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Val Borbera

E’ un ampio territorio che prende avvio dalla piana di Vignole e Borghetto giunge sino alle cime del Giarolo, dell’Ebro, del Chiappo, del Cavalmurone, del Carmo e dell’Antola. Luogo di incontro di quattro regioni, Piemonte, Liguria, Emilia e Lombardia, possiede un carattere vario ed articolato, ad economia fortemente diseguale, ma con tradizioni comuni, nelle quali prevale l’influenza ligure. Dall’antica Precipiano, di fronte agli scavi archeologici di Libarna, il passato ha tramandato testimonianze rilevanti che vanno dalla romanità (l’Ara delle Matrone di Roccaforte), al Medioevo (i resti di abbazie e monasteri, le chiesette romaniche di Borghetto e di Grondona, le numerose torri, i castelli di Torre Ratti e di Borgo Adorno), al Seicento ( i palazzi di Rocchetta e di Cabella), sino ai giorni nostri con i monumenti a ricordo della lotta partigiana (la stele di Pertuso). La civiltà contadina è evocata da molti agglomerati che conservano i tradizionali selciati e le tipiche costruzioni in pietra a vista. Dei mulini, un tempo numerosi, alcuni sono tuttora funzionanti. Il carattere distintivo delle Valli consiste nella presenza di una natura ancora a tratti selvaggia. Vi si riscontrano rilievi fortemente modellati e coperti di un ricco manto vegetale: faggete e praterie al disopra degli 800 metri, bosco misto di castagno, rovere, maggiociondolo ai livelli inferiori. Straordinaria la fioritura: in primavera primule, genziane, ranuncoli, narcisi e una grande quantità di orchidacee; in piena estate il giglio rosso di San Giovanni, mirtilli e lamponi. Falconidi, gufi e civette, la rara pernice rossa e l’allodola trovano qui l’habitat naturale, unitamente ad altra avifauna. Ricci, tassi, ghiri e scoiattoli sono presenti in buon numero. Ai rilievi fa nettissimo contrasto, nel fondovalle, una gigantesca gola, ricca di anse e di meandri, scavata dal Borbera nel corso dei millenni: le “Strette”. E’ questa la zona più suggestiva del territorio.

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