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Varinella nel passato

Varinella, Variana e Variano, sono legate da una comune origine toponomastica: esse infatti condividono la stessa radice, derivata dal nome gentilizio latino Varius (o Vayrus), mentre il suffisso -anus individua una matrice fondiaria con significato di appartenenza. Quindi si può concludere che mentre Variano si riferisce ad un fundus (fundus varianus = podere di Vario), Variana ed il suo diminutivo Varinella possono riferirsi a praedia (termine neutro per definire le proprietà (praedia variana) o a ville (villa variana e varianella). Queste località ebbero comuni destini politico-amministrativi: sin dal XII secolo fecero parte dei possedimenti del monastero di S. Pietro di Precipiano. Una Bolla del papa Celestino III del 1196 conferma alla suddetta abbazia il possesso della villa di Varinella. All’epoca Precipiano era anche un importante castello e rientrava nel dominio temporale del vescovo di Tortona, il quale lo aveva messo a disposizione del Comune della città, come si legge in un atto del 1211 al cui interno è citata anche Varinella. Il Cartario dell’Abbazia di Precipiano contiene numerosi documenti in cui si parla di Varinella e dei suoi abitanti, i quali conservano ancora oggi molti cognomi già presenti nel medioevo. In seguito alla crisi dell’abbazia e del Comune di Tortona nel XV secolo, Varinella viene strappata agli antichi proprietari e data in beneficio dai Visconti alla famiglia Lonati, già feudatari di Vignole, Sorli e Borghetto. Ciò nonostante, nei secoli successivi ritroviamo gli abbati di Precipiano come proprietari di Varinella, dal momento che sono loro ad essere impegnati con i marchesi Spinola di Arquata nella disputa per il possesso della località. Il contenzioso, discusso per decenni presso la corte imperiale, vede il definitivo successo degli Spinola alla fine del XVIII secolo, quando il marchese Agostino Spinola si dichiara conte di Varinella; tuttavia egli godrà per poco dei nuovi diritti: nel 1797, proprio ad Arquata, viene sancita, da parte di un inviato di Napoleone, la fine dei Feudi Imperiali.

strada accesso a varinella

L’immagine mostra la strada di accesso al paese, provenendo da Grondona, così come appariva all’inizio del XX secolo, quando Varinella andava assumendo il ruolo di località di villeggiatura e si arricchiva di ville signorili. Conservava però l’antica vocazione agricola, come dimostra la presenza di un bue condotto da un contadino. Sullo sfondo si intravede il campanile della chiesa parrocchiale di S. Eusebio, ricostruita tra 1590 e 1600 e ampliata nel 1896.

corografia

La litografia dal titolo “Corografia di Libarna”, è tratta dal volume di G. Bottazzi “Osservazioni storico-critiche sui ruderi di Libarna”. Essa mostra la pianta di Varinella nel 1815, rappresentata assieme all’abbazia di Precipiano, l’insediamento monastico che per secoli ha avuto il controllo, oltre che di Varinella, di quasi tutti i villaggi della sponda destra della Scrivia fino a Sommariva, località a pochi chilometri da Stazzano.

ponte di legno varinella

Nella fotografia si può osservare il primo ponte di legno sulla Scrivia, frutto di un progetto realizzato dall’architetto Iacopo Gardella nel 1889, di cui si può vedere uno stralcio nel riquadro a destra. L’autore, per realizzare la struttura portante in ferro, aveva invano chiesto la consulenza di Gustave Eiffel; Iacopo era figlio di Ignazio Gardella, noto archirtetto genovese e sindaco di Arquata nel 1820. Arnaldo, figlio di Iacopo, firmerà nel 1915 il nuovo ponte in muratura che sostituirà quello precedente e che si conserva ancora oggi. Il figlio di Arnaldo, Ignazio Gardella, aveva progettato nel 1939 un monumento ai caduti per il Viale della Rimembranza, realizzato solo nel 2003 ad opera del figlio Iacopo.

confini arquata varinella

Nel riquadro è riportata la mappa dei confini tra Arquata e Varinella nel 1700

varinella antica

e la più antica veduta di Varinella, datata 1594.

VARINELLA

Cenni storici attraverso i momenti significativi di un percorso: Libarna – Una torre – Precipiano – Il Palazzo –
Gli anni 1196 e 1280 – Le visite pastorali
di Maurizio Tavella

Tra i cultori di storia locale non pochi concordano nel ritenere che il nostro borgo, insieme ad altri della zona, sia stato edificato utilizzando materiale proveniente da Libarna, l’antica città romana scomparsa ai tempi delle invasioni barbariche.
Nulla tuttavia vieta di credere che, già in epoca romana, una torre di avvistamento potesse sorgere in quella parte di territorio verso la Scrivia dominante dall’alto una vasta porzione e destinata col tempo a diventare il nucleo originario dell’intero abitato.
Ma è intorno al Mille, in seguito alla fondazione di Sant’Eusebio, che i monaci del vicino e oggi scomparso monastero di Precipiano dettero vita al paese e avviarono la prima forma di organizzazione sociale.
L’influenza che il convento esercitò sullo sviluppo e l’evoluzione storica sarà continua né limitata alla sfera religiosa. L’istituzione monastica svolgerà, quasi costantemente, quell’azione giuridico-amministrativa propria di chi esercita un potere temporale e il palazzo comitale, o casa dell’abate, resterà a lungo il luogo deputato a rappresentarla.
Allo stato attuale delle conoscenze non risultano documenti riguardanti Varinella anteriori al 1196, anno in cui, su di una Bolla del Papa Celestino III, figura il nome del paese nell’elenco dei beni in possesso dell’abbazia di Precipiano.
Sotto questa data, e attraverso una Bolla pontificia, la “Villa di Varinella” conosce dunque, con la propria menzione, la sua più antica collocazione storica.
Non sembri inutile insistere sulla caratteristica che il nostro borgo ebbe col nascere e svilupparsi nel contesto di una feudalità monastica; tutto ciò ha conferito alle sue vicende aspetti di sicura originalità non sempre assimilabili ai percorsi storici comuni agli altri centri del territorio.
A rappresentare questa lunga e ben caratterizzata signoria feudale che attraversa secoli di storia non mancano significativi richiami. Il giuramento di fedeltà prestato all’abate di Precipiano da parte degli uomini di Varinella nell’anno 1280 è certamente una testimonianza ricca di implicazioni di carattere storico-giuridico che da questo fatto scaturiscono. Del resto, soprattutto in epoca feudale, l’intreccio tra storia civile e religiosa appare tanto stretto da risultare impossibile distinguere i rispettivi percorsi.
Sul finire del XVI secolo prende poi l’avvio la documentazione offerta dai registri parrocchiali e dai resoconti delle visite pastorali che si rivelerà assai utile ai fini di una conoscenza dettagliata delle singole comunità locali.
Dalle visite pastorali è possibile desumere tanto la situazione degli edifici del culto quanto l’andamento demografico; né vi appaiono trascurate quelle notizie che concorrono a caratterizzare momenti particolari della storia (si pensi alle epidemie).
In questo modo, dal contenuto di una tra le diverse relazioni, apprendiamo che Varinella, nel 1656, contava 300 anime suddivise in 48 fuochi.
Per quanto attiene agli edifici del culto – è già stato riferito – si hanno sicure notizie della loro presenza già intorno al Mille.
Le più antiche visite pastorali documentano come in epoca rinascimentale la chiesa non occupasse l’attuale sede ma sorgesse ai margini dell’insediamento abitativo (“in loco foresto”, secondo l’espressione usata dal Vescovo di Tortona Mons. Cesare Gambara nella relazione stesa in occasione della visita pastorale il 13 Ottobre 1589).
Furono le pessime condizioni in cui allora versava l’antico edificio che indussero lo stesso Vescovo ad ordinare la costruzione di una nuova chiesa.
La documentazione riferita all’anno 1600 fa fede tanto dell’avvenuta erezione quanto della sua collocazione nella sede attuale.
Circa tre secoli dopo (1886) i lavori di ampliamento (il campanile stesso verrà elevato) porteranno l’edificio alla situazione definitiva.
Sul finire del XVIII secolo, abbandonato e distrutto il convento di Precipiano, vengono meno per Varinella alcuni tratti caratteristici della sua identità.
Scomparsa ogni traccia di quella che fu una antica e insigne feudalità monastica, il borgo lega i propri destini al Regno di Sardegna, ai Francesi di Napoleone, di nuovo ai Savoia e, nel 1861, al Regno d’Italia.

Bibliografia

Varinella
Contributo alla storia di una comunità
Maurizio Tavella
Stampato dalle Arti Grafiche Novesi dicembre 1986.

Origini, osservazione del territorio, avvenimenti politici e religiosi di varinella, una piccola comunità (frazione) di Arquata Scrivia, come testimonianza e invito ad avvertire il dovere di conservare quanto dal passato ci viene trasmesso in termini di memorie e in patrimonio di umanita’.

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